In questo articolo voglio presentarvi la mia relazione presentata al Congresso Nazionale di Psicomotricità Funzionale tenutosi a Firenze il 2 Ottobre scorso.

La mia relazione vuol essere un incoraggiamento per tutti quei ragazzi che hanno difficoltà specifiche di apprendimento, e durante la loro carriera scolastica sono stati consapevolizzati delle loro difficoltà e che pensano di essere inefficaci, inefficienti ed inadatti in ogni ambito.

Proprio per questo voglio parlarvi di Daniele

Nel primo incontro Daniele, un ragazzo di 20 anni, viene a studio accompagnato dai genitori per la richiesta di aiuto, inerente il suo desiderio di emergere dalla sua situazione di incapacità nell’affrontare un qualsiasi accadimento gli succeda.

Nell’analisi storico personale presentatami, è emerso che per tutta la sua carriera scolastica, G. è stato accompagnato da accertamento Legge 104/92 art. 3 comma _1, con la modifica nel tempo dei diversi codici, e per terminare con l’ultimo accertamento in cui erano presenti i Codici ICD10: F81.9, F82, F93. Come si evince nel DSM-V:

  • F 81.9 Disordine evolutivo delle abilità scolastiche non meglio specificato
  • F 82 Disturbo evolutivo specifico delle abilità motorie
  • F93 Disturbi della sfera emozionale con esordio caratteristico dell’infanzia

La prima diagnosi a Daniele è stata effettuata all’età di nove anni per poi aver seguito tutti i vari percorsi indicati dalla sanità per diverso tempo, i vari insegnanti di sostegno e l’aiuto compiti a casa.

Dall’Analisi Psicomotorio Funzionale effettuata, sono emersi i punti di debolezza di Daniele e che hanno

portato a tutto questo:

  • SCC assente
  • Ipotono
  • Lateralizzazione assente
  • Dominanza parziale
  • Equilibrio statico e dinamico da conquistare
  • Lateralizzazione oculo-manuale crociata
  • Scarsa Attenzione
  • Scarsa Autonomia
  • Scarsa Autostima

Lo scoglio maggiore da superare è stato la consapevolezza delle difficoltà che Daniele ha presente in sé, ma il desiderio di scoprirsi era più forte di ogni altra situazione, è proprio da questo che il percorso psicomotorio funzionale è partito.

Grazie alle conoscenze acquisite durante il corso ho utilizzato un approccio multidirezionale nell’intervento psicomotorio funzionale, si è proposto attraverso la metodologia il rinforzo della Funzione Energetico Affettiva, per iniziare a farlo credere in lui. Con l’ausilio dei vari metodi, dalla contrazione e decontrazione dei vari segmenti corporei, alla percezione corporea con l’ausilio anche d

ell’acqua si è portato a conoscenza di Sé.

Nella consapevolezza che lo sviluppo di un aggiustamento, che può essere un problema legato proprio alle difficoltà presenti in una persona, come in G., i problemi legati al controllo del corpo, ma anche legati al controllo corticale, fanno sì che non riesce a percepire e non riesce ad avere una disponibilità attentiva, in questo caso mi sono mosso, non controllando non bloccando, ma dando opportunità di risveglio prima di tutto della funzione energetico affettiva sotto forma di motivazione e intenzionalità, che viene nutrita proprio da esperienze finalmente accessibili e che risultano positive, di conseguenza le stesse creano un nutrimento nella persona, attraverso il suscitare una motivazione e una partecipazione attiva, offrendo esperienze dove il soggetto deve fare un piccolo sforzo ma l’obiettivo è raggiungibile.

Questa è stata la strategia che ho messo in campo in quanto, attua appieno i principi della metodologia psicomotorio funzionale, grazie a questa raggiungibilità Daniele prova e riprova quelle esperienze, creando perciò una volontà e un’intenzionalità sempre più direzionate a quei punti cruciali riconosciuti nell’analisi funzionale, creando di conseguenza un controllo sempre maggiore.

Grazie alla formazione reticolare che unisce attenzione e tono muscolare, tutte le capacità diventano direzionabili verso l’obiettivo desiderato e di conseguenza l’attenzione e il corpo cominciano ad essere sempre più funzionali all’efficacia dell’azione.

Ad un certo punto del percorso Daniele ha avuto un grande cambiamento verso l’idea di se stesso, in quanto fino a quel momento risuonavano dentro di lui, tutte le affermazioni che lo avevano posto in quella situazione, tra le quali riecheggiano ancora forti quelle della professoressa “Daniele dove guardi!! Per aria?!” oppure “Ma è possibile che non riesci a prendere appunti!!” ed anche “Sbrigati, sei una lumaca!!”. Conseguentemente a tutto ciò e al momento in cui Daniele si è sentito efficace, motivato a rifarlo, motivato a riprovare, e nel momento in cui appare in Sè il concetto “sono bravo, ce la posso fare, ci riprovo”, il mio contributo è stato quello di creare quelle situazioni ambientali per andare a sollecitare tutti i vari aggiustamenti necessari in una visione globale della persona, di conseguenza Daniele ha avuto una spinta verso il cambiamento di prospettiva, ponendosi in una modalità di azione e soprattutto prendendo la decisione di riprendere gli studi ed andare all’Università.

Lo Psicomotricista Funzionale si deve considerare Ambiente e Opportunità.